A proposito di Giardinetto

Come tutti ormai sanno, si è chiuso il 2° processo del caso Giardinetto, inutili i commenti poiché già tante, troppe sono state leenergie spese nella speranza che le cose sarebbero andate diversamente. Che cosa ci rimane oltre all'amara consapevolezza che purtroppo l'accertamento scientifico dell'abuso non è stato sufficiente a rimuoverlo? L'enorme conoscenza dei particolari di questa vicenda, la coscienza di tutti i piccoli e grandi sotterfugi adottati per non assumersi le proprie responsabilità; gli inganni e le menzogne di tanti che pur avendo il dovere di tutelare la salute delle persone, l'ambiente in cui vivono, non hanno minimamente dato importanza alla cosa. Ma allora perchè continuare a nutrire speranze di cambiamento di fronte ad una sconfitta così dolorosa?

 

La convinzione, l'intelligenza, la speranza di uomini e donne che credono nella giustizia e nella verità non possono venir meno di fronte al fallimento. Tirarsi indietro sarebbe come dire: il giusto, il bello non esistono, c'è solo il rassegnarsi al male. Noi pensiamo che alla luce dei nuovi accadimenti, sia necessario, intanto continuare a trovare strade alternative per arginare almeno in parte, i danni che i rifiuti sversati a Giardinetto hanno già fatto, poi coltivare insieme a tutti i cittadini che ne hanno voglia, la cultura del coraggio, della speranza e della tenacia. Diciamo cultura perché è proprio un nuovo modo di affrontare la realtà che deve nascere e radicarsi nella mente di n

oi tutti. La cultura dell'attenzione massima a non lasciarsi sfuggire nulla di quello che ci accade intorno, essere vigili, non trascurare "azioni" poco chiare che in futuro potrebbero rivelarsi abusi fatti alla terra che non si possono più eliminare. Continuare ad avere fiducia nella forza anche della singola persona che, con onestà e coraggio si impegna ad invest

ire tempo ed energie della sua vita, gratuitamente per il bene del pianeta, del proprio territorio e della collettività. L'esperienza del caso Giardinetto può essere letta secondo due punti di vista:

l

o scoraggiamento totale e l'abbandono o la ricerca costante, puntuale dell'alternativa, della strada non ancora percorsa, della risoluzione del problema con altri mezzi e qualora così non fosse, della testimonianza continua che oltre il male c'è lo scegliere di spendersi per il bene. Se non sarà possibile arrivare alla meta ultima, almeno si traccerà una strada che altri dopo di noi impareranno a percorrere per non arrendersi alla rassegnazione e all'impotenza. Non possiamo permetterci di pensare che niente altro si può fare, abbiamo un dovere oltre che verso noi stessi e il nostro territorio, anche verso le giovani generazioni che ci osservano ed imparano da noi adulti, come si può continuare a credere nella bellezza di un modo di vivere giusto oltre l'ingiusto che purtroppo appare così evidente. Tocca a noi e non ad altri darci da fare e lottare perché i desideri migliori diventino esperienze concrete.