LA NOSTRA UTOPIA
... “Questo processo non può che far leva sulle nostre coscienze, consapevoli del fatto che almeno queste non sono soggette alla prescrizione.” Con queste parole terminava l’ultimo volantino della nostra associazione; esse esprimono chiaramente ciò che ci spinge ad andare avanti, nonostante tutto. Da allora non molto è cambiato, anche se sono passati ben 9 mesi. L’ultima udienza sul caso Giardinetto si è tenuta il 22 Gennaio 2015, e nei successivi 90 giorni dovevano essere comunicate dal tribunale, le motivazioni della sentenza. Purtroppo ribadiamo sono passati 9 mesi, il tempo di una gravidanza, ma le motivazioni non sono venute alla luce. Cos’è cambiato da allora?
In realtà qualcosa si è mosso. Innanzi tutto, alla conclusione del processo il sito è stato restituito alla I.A.O. s.r.l., che avrebbe dovuto provvedere, come prestabilito dal tribunale, alla messa in sicurezza e bonifica dell’area.Il Sig. Vincenzo Piccirillo, curatore della I.A.O., contattato dall’ amministrazione comunale, ha comunicato l’impossibilità dell’azienda nell’ effettuare le opere di messa in sicurezza del sito. Forse nelle loro speranze c’era la possibilità di attuare la proposta del prof. Formenton (perito della difesa), che durante il dibattimento processuale aveva paventato l’ipotesi di trasformare il sito in una discarica autorizzata di rifiuti speciali. Secondo voi a chi è passata la patata bollente? Nel caso in cui i soggetti responsabili della contaminazione non provvedano al ripristino ambientale dell’area interessata, tale obbligo dovrà essere realizzato dal comune territorialmente competente, o dalla Regione. In seguito all’incontro, l’amministrazione ha fatto presente la situazione alla Regione Puglia, chiedendo alla stessa di costituire un fondo secondo l’art. 250 del Decreto Legislativo n. 152 del 2006: [Qualora i soggetti responsabili della contaminazione non provvedano direttamente agli adempimenti disposti dal presente titolo ovvero non siano individuabili e non provvedano né il proprietario del sito né altri soggetti interessati, le procedure e gli interventi di cui all'articolo 242 sono realizzati d'ufficio dal comune territorialmente competente e, ove questo non provveda, dalla regione, secondo l'ordine di priorità fissati dal piano regionale per la bonifica delle aree inquinate, avvalendosi anche di altri soggetti pubblici o privati, individuati ad esito di apposite procedure ad evidenza pubblica. Al fine di anticipare le somme per i predetti interventi le regioni possono istituire appositi fondi nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio. ] Ma come dice il proverbio, piove sempre sul bagnato. Nonostante le rassicurazioni del prof. Masi (perito nominato dal tribunale) riguardo la conformazione argillosa del sito inquinato, e dell’improbabilità del verificarsi di fenomeni atmosferici di natura catastrofica, definendoli eventi eccezionali con cadenza centenaria, nel mese di Ottobre, e in particolare nei giorni 15 e 20, la terra di Capitanata è stata colpita da violenti nubifragi. Ragionevolmente, vista la portata di suddetti eventi, poco avranno potuto la conformazione idrogeologica della zona, o le già fatiscenti coperture in amianto dei capannoni, nei quali sono stipate le migliaia di big-bag contenenti rifiuti. Nonostante siano passate alcune settimane da questi “eccezionali” eventi atmosferici, molte strade sono ancora invase dal fango, e molti agricoltori e allevatori fanno la conta dei danni. Tutto dovrebbe spingerci a mollare, in fondo cosa possono una manciata di persone contro un sistema in cui non sempre prevale il benessere collettivo, o meglio prevale la salvaguardia di una “minuta” collettività. Sapete in cosa si manifesta la dignità dell’uomo? Sin dalla nascita ogni essere umano ha insite in sé delle esigenze fondanti, quali l’esigenza d’amore, di bellezza, di verità e di giustizia. La nostra associazione, nel corso del tempo, e grazie alle esperienze accumulate, ha elaborato un sogno per il territorio: “creare la condizione, il posto in cui tutti abbiano la possibilità di star bene e vivere in maniera dignitosa la propria vita, lasciando che la natura esprima la propria bellezza". Tenendo bene a mente questo sogno, andiamo avanti impegnandoci in prima persona, senza delegare ad altri ciò che è in nostro potere per la realizzazione della nostra utopia.