In questi mesi il dibattito politico a Troia si è articolato spesso attorno ad un tema di stringente attualità: il nuovo sistema di raccolta differenziata porta a porta che ha modificato radicalmente abitudini e comportamenti consolidati nella popolazione. Bisogna essere molto chiari su un punto: la raccolta differenziata porta a porta è una scelta di civiltà e va praticata e sostenuta con forza perché, sono i dati a parlare, tutti i comuni che hanno adottato questo tipo di raccolta hanno ridotto vertiginosamente la percentuale di rifiuto indifferenziato, cioè quello che finisce in discarica. Detto questo, ha pienamente ragione chi chiede che il contratto con la società appaltatrice (la “CICLAT Trasporti S.C.” di Ravenna) sia rispettato in ogni suo punto ed ha ragione chi pretende che, per scelte di tale rilevanza, i cittadini siano consultati e coinvolti prima di prendere le decisioni e non dopo (per quanto ascoltare i cittadini è sempre una scelta positiva).
Il problema, tuttavia, è che differenziare e riciclare non basta. Per affrontare seriamente la questione dobbiamo iniziare a porci un altro problema: ridurre i rifiuti. Viviamo, purtroppo, nella società dei consumi. Produciamo, consumiamo e gettiamo come non é mai stato fatto nella storia dell’umanità. La produzione di rifiuti ha raggiunto percentuali mostruose ed è costantemente in crescita, anche nel nostro piccolo paese. E i rifiuti non aumentano per caso, aumentano perché il nostro stile di vita è condizionato da una logica consumistica e di profitto che, attraverso l’uso massiccio della pubblicità, ci induce ad acquistare sempre più e a gettare sempre più spesso. Quante volte abbiamo cambiato telefonino negli ultimi anni? Quante volte abbiamo comprato nuovi vestiti, di cui non avevamo bisogno, soltanto per seguire le mode? Quante volte abbiamo acquistato elettrodomestici che poi abbiamo usato mezza volta? Quante volte abbiamo regalato i classici “cocci”, totalmente inutili?
Ecco, dobbiamo essere consapevoli che i nostri “sfizi”, i nostri acquisti inutili, i nostri prodotti “usa e getta” prima o poi diventano rifiuto e vanno a sommarsi alla mole mostruosa dei rifiuti. Allora se vogliamo vivere in una società più ecosostenibile, se vogliamo vivere in un ambiente meno inquinato e se vogliamo evitare città invase dai rifiuti o sommosse popolari determinate dall’apertura di nuove discariche dobbiamo iniziare ad interrogarci sui nostri consumi ed avviare una strategia “Rifiuti Zero” che imponga ad ognuno di noi di consumare meno e di consumare meglio, evitando tutto ciò che è inutile ed imparando a condividere, riutilizzare e scambiare. Questo si può e si deve fare anche a Troia, perché si tratta di comportamenti che investono la responsabilità di ogni cittadino.
Ecco dieci proposte per ridurre i consumi e ridurre i rifiuti:
Insomma dobbiamo renderci conto che ogni volta che mettiamo un prodotto nel nostro carrello della spesa noi esprimiamo una preferenza perché scegliamo di sostenere un certo tipo di imprese e di comportamenti imprenditoriali. E, ancora meglio, ogni volta che decidiamo di non acquistare un prodotto perché ci rendiamo conto che esso è superfluo, non è indispensabile, noi rendiamo un servizio al nostro pianeta perché immettiamo un rifiuto in meno in circolazione. Sono le nostre scelte, i nostri stili di vita ad essere responsabili del futuro del pianeta. Per questo c’è bisogno di un “consumo responsabile” che interroghi l’etica di ognuno di noi. E se grazie al “consumo responsabile” chiude un’impresa che produce prodotti chimici e ne nasce una che produce prodotti naturali, i posti di lavoro non si perdono, semplicemente cambiano. E’ un cambiamento al quale dobbiamo essere pronti se teniamo alle sorti del nostro pianeta. Altrimenti dovremo imparare a convivere con il proliferare delle discariche e con imprese che, in nome del profitto, inquinano l’ambiente, fanno uso di lavoro minorile e calpestano i diritti dei lavoratori.