"Quello che fu il bel paese fa scempio di se stesso; è sommerso dal cemento!
Che cosa sta succedendo agli italiani, che cosa ci acceca? E’ ancora possibile indignarsi, recuperare memoria storica, riguadagnare spazio all’insegna della Costituzione?"
A questi interrogativi ha cercato di dare delle risposte l’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis durante l’incontro tenutosi presso il cineteatro Pidocchietto il 12 dicembre scorso, organizzato da Daunia Vetus nell’ambito di Ecotium.
Il panorama descritto da Settis, nell’incontro ma anche nel suo libro (Paesaggio Costituzione Cemento edito da Einaudi), desta molta preoccupazione: "l’ambiente è devastato impunemente ogni giorno e il pubblico interesse viene calpestato affinché si ottenga il profitto di pochi. Le leggi che dovrebbero in qualche modo proteggerci sono dominate da un paralizzante conflitto di competenze tra Stato, Regioni ed Enti locali.
La politica così come è concepita non è più in grado di dare risposte ai cittadini essendo lei stessa artefice del degrado che ci circonda."
Accanto ad un’analisi dettagliata della situazione attuale, Settis incita comunque alla speranza perché -ne è convinto-, il partito della Costituzione è molto più numeroso di quanto possiamo immaginare; bisogna solo dargli voce. Incita all’”azione popolare” che significa non sentirsi più fuori luogo nel proprio territorio ma riconquistare per sé un pieno diritto alla cittadinanza in nome della moralità, della legalità, della storia e del diritto perché afferma: “essere cittadini vuol dire essere consapevoli dei legami di solidarietà sociale che sono il cuore e il lievito della nostra Costituzione!”.
La sua lucida ed accorata relazione ha reso noi cittadini ancor più consapevoli del degrado architettonico e conseguentemente morale ed etico della nostra cittadina ma di certo ha messo in luce quei piccoli spazi in cui i cittadini devono riconoscere strade nuove da percorrere al fine di dare un nuovo volto, più umano, al nostro territorio.