In molti, fin dai primi passi che ha mosso il Comitato, hanno cercato di metterci la propria colorazione politica, indicandoci la propria come la sola ed unica strada maestra da seguire per stare dalla parte giusta e vera. Puntualmente veniva sempre a galla la verità di chi voleva o cavalcare l’onda del consenso o viceversa smorzare la capacità critica e quindi di giudizio sano sulle vicende e sulle responsabilità. Diciamo questo per mettere un ulteriore punto fermo nella nostra crescita consapevole di cittadini responsabili ed autonomi pensatori del bene comune.
I partiti in quanto istituzioni non ci interessano, le loro logiche interne ed esterne sono ormai in cancrena avanzata: tutto ciò che è raccolta del consenso e non partecipazione quotidiana, confrontata e discussa fino in fondo con il gruppo, non ci interessa.
Non ci interessano i grandi numeri ma ci interessa la forza delle singole convinzioni di chi partecipa.
Non ci interessa il leaderismo, fenomeno becero e quanto mai fuorviante sempre presente nella storia dell’uomo con i suoi effetti devastanti sulle identità dei popoli e dei singoli cittadini.
Non ci interessa la delega a qualcuno o a qualcosa: ci interessa la responsabilità. La responsabilità che ognuno deve avere del proprio territorio… non è facile dopo secoli di deleghe e deresponsabilizzazione in qualunque ambito.
Più andiamo avanti nell’approfondire le motivazioni per cui si è giunti ad una discarica come quella di Giardinetto, più scopriamo i silenzi delle istituzioni, le discolpe dei politici di turno, la collaborazione e la cecità di taluni cittadini, quasi a sottolineare il primato del ragionare con la pancia al posto della testa. Con questa logica non si può e non vogliamo andare avanti. E’ giunto il momento di non fidarci più di nessuno. La vicenda di Giardinetto è per noi motivo di revisione, singolarmente e come gruppo, verso logiche economiche diverse, stili di vita diversi, relazioni personali diverse.