Dopo tanto scrivere e parlare a proposito della vicenda Giardinetto vi proponiamo l’ennesimo articolo che ha lo scopo di aggiornarvi sui fatti più recenti e fare un po’ il punto della situazione.
La vicenda Giardinetto, come tutti sappiamo, parte nell’ormai lontano 1997, anno in cui la IAO ottiene l’inserimento nel registro delle imprese autorizzate al recupero dei rifiuti, grazie all’ok dato dalla Provincia di Foggia, settore Ambiente. E’ la stessa Provincia però, che solo dopo pochi mesi di attività, diffida la stessa IAO: ci si rende conto che l’impresa non ha assolutamente i macchinari e una struttura adeguati per il recupero dei rifiuti. Parte dunque una vicenda giudiziaria che porterà, nel 2007, ad una sentenza di colpevolezza per gli imputati, compreso il De Munari (titolare della IAO), che purtroppo però, non pagheranno di fatto nulla, né in termini di reclusione né in termini economici, perché i reati sono ormai caduti in prescrizione. Nella sentenza viene però data un’indicazione ben precisa riguardante il futuro dell’ex-fornace: va fatta la bonifica del sito in quanto si è largamente dimostrato essere di fatto una discarica abusiva di rifiuti tossico-nocivi. Nel 2007 la popolazione, compresi noi, grazie ad un’inchiesta giornalistica, viene a conoscenza della vicenda e comincia un tira e molla tra garantisti del “è tutto falso” e popolo mistificatore che vuole sapere. Negli anni che vanno dal 2007 al 2009 si è tentato di ottenere almeno la messa in sicurezza del sito ma a due giorni dall’approvazione del piano di caratterizzazione richiesto alla ditta dalla Regione, sopraggiunge un nuovo sequestro della Guardia di Finanza. Nel febbraio 2010 comincia un nuovo processo questa volta per presunto disastro ambientale a cui si aggiunge il reato per l’impiego di grosse quantità di amianto utilizzato per la copertura dei capannoni. Il Tribunale di Lucera accetta ben 17 costituzioni di parti civili: Associazione Salute e Territorio, UDICO, Legambiente, Centro Studi Naturalistici, Codici, Comune di Troia, Comune di Castelluccio dei Sauri, 10 cittadini di Giardinetto e non. E’ una grande vittoria perché denota un interesse notevole e comunque maggiore rispetto al precedente processo del 2000 svoltosi nell’assoluto silenzio. Il disastro ambientale è stato ipotizzato dopo un attento riesame del sito: la Guardia di Finanza ha commissionato al laboratorio Lachimer (lo stesso incaricato dal nostro Comune nel 2007 di fare delle indagini sul sito e che parlò di “mancanza di prove oggettive che ci fosse una contaminazione”) una massiccia operazione di analisi che ha portato alla scoperta che i rifiuti lì abbandonati indiscriminatamente a cielo aperto sono solo una minima parte di quelli realmente presenti nel sito, interrati e ricoperti con terreno o mescolati a colate di cemento nel piazzale tra i capannoni. Partendo da questo dato, che non viene messo in discussione, il Tribunale decide da subito di affidare al professor Masi, docente dell’Università di Potenza e ingegnere ambientale, il compito di riesaminare il sito per verificare se esistano gli estremi per il disastro ambientale. Nei giorni che vanno dal 20 al 28 ottobre c. a., ricominciano le operazioni di scavo e prelievo di campioni, sia nel sito che all’esterno, al fine di dimostrare se il disastro ambientale ci sia stato o meno. Inutile dire che siamo in una fase cruciale della vicenda perché da queste operazioni peritali dipenderà l’esito del processo e del destino stesso di quel sito. Immaginate la delusione, l’amarezza e il senso di impotenza nel constatare che le operazioni sono state interamente condotte alla presenza di un unico tecnico di parte (occasionalmente due). 17 costituzioni di parti civili con 8 nomine per tecnici di parte ai quali va aggiunto il tecnico nominato dal Pubblico Ministero ma uno solo a vigilare che il tutto fosse svolto regolarmente. Dov’erano gli altri tecnici di parte? Cosa ha significato la costituzione di parte civile per i Comuni e le Associazioni? Pura operazione di rappresentanza? E dov’era il tecnico del PM che più di tutti sarebbe dovuto essere presente essendo rappresentante della pubblica accusa? 90.000 euro pagati da noi cittadini per queste operazioni (cui vanno aggiunti i soldi per l’intero processo) e poi nella fase più rilevante non si presenta nessuno? Era importante essere presenti, non tanto per una questione di sfiducia nell’operato dell’Ing. Masi quanto piuttosto per un necessario mettere insieme quante più professionalità ed esperienze possibili, nonché una sana pressione che inducesse tutti a porre la giusta attenzione ad una vicenda che sa dell’incredibile!
Ci chiediamo, di fronte alla perizia che verrà depositata dal tecnico Masi, che cosa potranno mai obiettare i tecnici di parte che non hanno neppure assistito alle operazioni peritali! Probabilmente molti sono stati nominati contando su conoscenze o scegliendo fra i tecnici già dipendenti dei Comuni, per evitare costi aggiuntivi. Ma se anche fosse così, sarebbe tanto assurdo pensare che a volte la coscienza, l’etica e l’interesse per il proprio territorio possa prevaricare gli interessi personali e i guadagni? Non ci resta che aspettare la perizia e sperare che possa in qualche modo portare ad una risoluzione definitiva della questione Giardinetto.
Di certo questa vicenda risulta sempre più ingarbugliata e fitta di punti di domanda e lati oscuri che sono davvero difficilmente comprensibili!