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| 06/12/2010
EDITORIALE NOVEMBRE 2010
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"Il vero progresso sociale non consiste nel moltiplicare i bisogni ma nel diminuirli volontariamente, per far questo bisogna essere semplici ed umili di cuore."

Ci sembra più che mai illuminante la parola di Ghandi in questo momento così particolare per il nostro paese, infatti, stiamo affrontando con impegno e difficoltà la tanto attesa raccolta differenziata dei rifiuti!

La domanda è: da dove nasce questo problema se non dal soddisfacimento di una quantità enorme di bisogni, molti dei quali inconcepibili fino a pochi decenni fa? Da sempre gli esseri umani hanno imparato ad organizzarsi per soddisfare i propri bisogni, per migliorare le loro condizioni di vita ed hanno creato quello che chiamiamo progresso cioè, la continua trasformazione della realtà. Ma allora perché un atteggiamento naturale ha determinato così tanto squilibrio e così gravi problemi per il pianeta e le persone? Forse abbiamo perso la capacità di gestire i nostri bisogni, non siamo più noi a stabilire che cosa è utile e cosa no, ma tutto viene deciso dal mercato, dal sistema che ci domina e ci trascina verso beni materiali non solo inutili ma anche dannosi. La perdita del potere di decidere da esseri umani determina una serie di danni che non riguardano solo l'enormità dei consumi ma anche i rapporti interpersonali, il modo di essere, di relazionarsi. Ma allora, quando tutti insiemi decideremo di riappropriarci del nostro potere di decidere, pensare, conoscere i nostri veri desideri e lottare per eliminare tutti i rifiuti che affollano la nostra testa e le nostre strade? Quando impareremo a differenziare nella nostra mente tutti quei "io voglio", "io vorrei ma non posso" dai "questo è utile e necessario, ci fa bene e non arreca danno"...?

Non è vero che l'economia crollerebbe con questo sistema, semplicemente tutto riacquisterebbe il giusto posto e gli esseri umani non sarebbero più merce ma esseri pensanti, con potere creativo e non potere d'acquisto. Quanti rifiuti in meno si produrrebbero?

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