"Sono pessimista sulla sorte della razza umana perché essa ha troppo più ingegno di quanto ne occorra al suo benessere. Noi ci accostiamo alla natura solo per sottometterla. Se ci adattassimo a questo pianeta e lo apprezzassimo, invece di considerarlo in modo scettico e dittatoriale, avremmo migliori probabilità di sopravvivere." E.B.White
Nonostante questa affermazione dello scrittore statunitense White sia "vecchia" di qualche anno, resta più che mai attuale poiché non solo non è cambiato l'atteggiamento degli esseri umani rispetto alla natura ma si continua a sfruttare l'ingegno per distruggerla. Il nostro pianeta è ricco di rifiuti e non possiamo non considerare il fatto che l'economia usa il territorio come fonte di profitto, senza alcun rispetto per la vita che vi abita.
Siamo giunti alla consapevolezza che la difesa del territorio parte dal riconoscere due soggetti principali: il potere economico che agisce da dominatore e gli abitanti che, se sono coscienti e lo vogliono, possono opporsi con progetti che mettano la vita di tutti al primo posto. Un'idea ci è chiara: un potente è tale finché trova persone passive e obbedienti. L'indifferenza, la cultura del farsi i fatti propri è quello a cui vogliamo rinunciare. Noi vogliamo lavorare affinché il senso comune si renda conto che la salute collettiva deve essere difesa dalle persone che abitano il territorio. La cultura è anche il modo con cui una popolazione affronta le difficoltà della vita, infatti la nostra è una lotta prima di tutto culturale, un opporsi a che la vita sia trasformata in oggetto di mercato per estrapolare un valore da accumulare e moltiplicare. Riconoscere questa logica in un territorio come il nostro dove apparentemente tutto va bene non è facile, ma avere il coraggio di guardare la realtà oltre le apparenze e denunciare gli abusi fatti sulla natura per profitto è il primo dovere di ogni cittadino.