PROCESSO GIARDINETTO: IL 20 MARZO NUOVA UDIENZA

Il prossimo 20 marzo, presso il tribunale di Lucera, avrà luogo l’ennesima udienza del processo per procurato disastro ambientale, nel sito di proprietà della I.A.O. s.r.l. in località Giardinetto.

Molto probabilmente sarà un’udienza decisiva, perché di lì a poco si decreterà l’avvenire di quel tratto di terra dimenticato da molti. Tutti si auspicano un happy ending, ma adesso ci si dovrà iniziare a porre delle domande riguardo le sorti del sito.

 

Le ipotesi venute fuori durante il dibattimento processuale prevedono soluzioni, le più disparate.

In primo luogo però, è importante capire se i soggetti responsabili della contaminazione provvederanno, come previsto dalla normativa, al ripristino ambientale dell’area in oggetto. Nel caso contrario, tale obbligo dovrà essere realizzato dal comune territorialmente competente, o dalla Regione.

Le ipotesi paventate dal perito nominato dal tribunale, il prof. Masi, sono diverse tra loro sia nei costi, sia nella realizzazione.

La prima soluzione prevederebbe la messa in sicurezza permanente del sito, con costi che si aggirano intorno ai 5.000.000 di €uro. Questa ipotesi presuppone la stabilizzazione dei materiali contaminati all’interno del sito, procedendo ad un accumulo di detti materiali in un’area nella quale si deve realizzare l’isolamento completo rispetto alla natura delle sostanze. L’area di accumulo dei rifiuti dovrà essere preclusa da future attività produttive, poiché può essere considerata una discarica controllata esaurita.

La seconda soluzione prevedrebbe la rimozione integrale dei rifiuti potenzialmente pericolosi,  restituendo l’intero sito a finalità produttive, con costi che si aggirano intorno ai 13.000.000 di €uro.

La terza soluzione consiste nel trattamento in loco di decontaminazione delle matrici ambientali, con un costo intermedio tra le altre due soluzioni.

Non tutti sanno però, che durante il dibattimento processuale, è stata formulata una quarta ipotesi, da parte del consulente della difesa. Infatti il prof. Formenton, date le caratteristiche idrogeologiche del sito, ha proposto la sua trasformazione in discarica di rifiuti speciali. Ciò significherebbe l’arrivo di nuovi rifiuti pericolosi però questa volta tutto sarebbe legale, se questo ci può rincuorare.

Molti di noi si indignano per il poco senso civico. Ci arrabbiamo se qualcuno parcheggia in malo modo, bloccandoci la macchina; siamo pronti a sbraitare se qualcuno ci passa avanti nella fila al supermercato o in posta. Ma quando saremo pronti a lottare per ciò che ci appartiene di diritto? La nostra salute, e il territorio in cui viviamo, sono doni irrinunciabili, ma spesso dimentichiamo la loro importanza, e ce ne ricordiamo soltanto quando viene leso l’”io”. Rivendichiamo insieme il nostro diritto alla salute e al territorio. Riscopriamo la bellezza dello spettacolo della natura, che si offre gratuitamente a noi. Risvegliamoci dal torpore di un lungo inverno e dimostriamo l’importanza della collettività.