IN ATTESA DI…I CARE

Per la nostra associazione questo ormai è il quarto anno di partecipazione ad “I care”. Anche quest’anno ci siamo confrontati chiedendoci il senso della nostra presenza a questa giornata e riflettendo sulle motivazioni che ci spingono con rinnovato entusiasmo ad esserci. La prima edizione fu per noi, e per la maggior parte delle persone che vi presero parte, un momento intenso perché da una perdita così dolorosa nacque un senso di solidarietà ed affiatamento che riuscì a coinvolgere tutto il paese.

Negli anni non abbiamo più riconosciuto quell’atteggiamento solidale e noi stessi ci siamo persi, sfruttando l’occasione più come momento personale di incontro con i cittadini che collettivo di incontro di differenti realtà. Il nostro piccolo paese si fregia di un numero sorprendente di associazioni, molte delle quali erano state partecipi delle scorse edizioni di I care ma che, ahinoi, oggi non hanno risposto all’appello. Ci sembra doveroso chiederci il perché di queste assenze.
La giornata “I care” è un’occasione preziosa per mettere insieme esperienze di impegno civile e sociale e tentare di far nascere piccoli spazi di condivisione che possano fungere da stimolo per rinnovare questo “prendersi cura di…” “tenerci a…”.
E’ con questo spirito che abbiamo invitato lo scorso 11 dicembre le associazioni e i cittadini impegnati ad un incontro che permettesse a tutti di conoscere le attività di ciascuno e fosse momento di condivisione del perché partecipare a questa giornata: dopo tutto I care dovrebbe essere momento conclusivo di un percorso annuale e dare nuova linfa per il futuro.
Mettere insieme persone che ragionano su ciò che è stato fatto e su ciò che si vuole fare, sarebbe importante, a nostro parere, anche per organizzare la giornata insieme, pensando ogni volta a qualcosa di nuovo che può nascere solo se si intraprende il duro lavoro di confronto: il rischio altrimenti è che pochi si sentano coinvolti pienamente. E’ difficile se non difficilissimo sforzarsi di mettere insieme le persone e avere la capacità di ascoltare con interesse tutti ma i tentativi non devono cessare, nella speranza di costruire un percorso vero e condiviso in cui ciascuno possa riconoscersi perché ci ha messo del suo.
Peccato anche pensare che si viva questa giornata come un evento a sé stante, quando in realtà essa è il culmine di un lavoro che ci accompagna sempre: un lavoro che ci vede bramosi di un impegno personale e collettivo per la realizzazione del bene comune che non è un’espressione bella da pronunciare ma uno stile di vita che ha il potere di cambiare la realtà nella quale viviamo.